“Carlo Scarpa è il dettaglio.”
Inutile spendere parole sull’immensità artistica e progettuale di Carlo Scarpa. Uno dei maestri dell’architettura del novecento italiano e non solo. Non solo perché egli è indubbiamente e indiscutibilmente riconosciuto come tale in tutto il mondo. Dall’Europa, all’Asia e alle Americhe, fino al Giappone, terra che lo ha ospitato in più di un’occasione influenzando non poco la sua poetica progettuale.
Un maestro dell’architettura che mai in vita fu architetto nell’ufficialità. Infatti solo nel 1978 ricevette una laurea ad honorem in architettura presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Riconoscimento che sfortunatamente non poté mai ritirare perché lo stesso anno morì in Giappone.
In lungo e in largo le sue opere sono state studiate e insegnate. La bibliografia su Carlo Scarpa è veramente diffusa e approfondita. In ogni lingua e continente si possono trovare numerosi testi che ripercorrono alcuni suoi progetti come Casa Ottolenghi, Tomba Brion a San Vito d’Altivole, Museo di Castelvecchio a Verona, Padiglione del Venezuela a Venezia, Fondazione Querini Stampalia a Venezia, Galleria degli Uffizi a Firenze, Banca popolare di Verona, Negozio Olivetti a Venezia e così via.
Ciascuno un piccolo grande capolavoro in cui la composizione dell’insieme, unita alla cura maniacale per i dettagli, spesso in metallo, hanno contribuito a rendere riconoscibile e ammirabile ogni sua opera.
A proposito dei dettagli in metallo, recentemente abbiamo visitato una delle sue opere più significative: il Museo Castelvecchio a Verona. Si tratta di un lavoro di restauro realizzato dal 1957 al 1975 all’interno della fortezza cittadina di Castelvecchio. Un museo distribuito su trenta sale e su più livelli che al suo interno ospita numerose opere d’arte come: scultura, pittura italiana e straniera, armi antiche, ceramiche, oreficerie, miniature e le antiche campane cittadine.
Come qualsiasi architetto, designer o addetto ai lavori come noi di Valente Contract, rimaniamo estasiati ogni volta che osserviamo la cura e la precisione di ogni lavorazione – anche la più minima – che è stata pensata e realizzata dall’architetto.
“Scarpa per tutta la sua vita è stato un architetto che prendeva ogni decisione tramite il disegno, più che tramite il progetto“, Peter Noever, direttore del Mak, durante una presentazione alla stampa di una mostra dedicata a Carlo Scarpa
Per ogni grande disegno e progetto, è però sempre necessario che questo venga sviluppato e realizzato da esperti artigiani. Nel caso dei dettagli in metallo, da esperti artigiani in grado di lavorare il metallo.
Ad affiancare Carlo Scarpa in questo suo intervento ci fu Saverio Anfodillo, esperto artigiano specializzato nella lavorazione di legno e metalli in modo artigianale.
Una figura, quella di Saverio Anfodillo, non sempre nota, ma alla quale Scarpa è stato legato professionalmente e in amicizia nell’esplorazione di soluzioni per i suoi progetti per oltre 30 anni. Un legame che venne messo in mostra proprio al Mak di Vienna in una mostra dedicata attraverso disegni, progetti e modelli – grazie all’acquisto da parte del museo dell’ampio archivio della falegnameria di Saverio Anfodillo.
L’opera di Scarpa è indissolubilmente influenzata dal lavoro artigiano. Probabilmente questo è uno degli aspetti che lo differenzia maggiormente dagli altri architetti della modernità e probabilmente è anche il motivo del suo apprezzamento universale.
Ecco alcune fotografie e impressioni che abbiamo catturato nella nostra ultima visita.
Foto Copyright: Luca Onniboni